Iva esposta: che cos’è e di cosa si parla

iva agenzia delle entrate
L’Agenzia delle Entrate è l’erario presso cui va corrisposto il pagamento dell’IVA in Italia

Al giorno d’oggi il termine Iva esposta non è ancora molto comune e di conseguenza non sono in molti a sapere di cosa si tratti in realtà.
Tuttavia molto spesso ultimamente, in modo particolare quando ci trova di fronte ad un annuncio che mette in vendita un determinato oggetto o bene usato, si legge tale dicitura ad accompagnare l’annuncio.
Prima di procedere con un eventuale acquisto è necessario informarsi bene sulla natura del significato Iva esposta, in modo tale da non incorrere in brutte sorprese.

Chi decide di acquistare qualcosa di usato (in modo tale da poter risparmiare una cospicua somma di denaro) non di rado si troverà ad utilizzare siti online (o altri mezzi come giornali e riviste) per cercare di accaparrarsi il prezzo migliore per l’oggetto desiderato.
In alcuni casi è possibile leggere un determinato prezzo accompagnato dalla dicitura Iva esposta.

Ad esempio, nel caso in cui l’oggetto in vendita dovesse essere un’automobile, l’annuncio riporterà le seguenti parole: 7000€ Iva esposta.

Chi non ha alcun tipo di esperienza in questo settore potrebbe pensare che tali parole stiano a significare che l’Iva risulta compresa in quei 7000€ oppure che a tale prezzo è necessario aggiungere l’Iva.

In realtà il concetto di Iva esposta risulta essere decisamente differente. All’interno dei 7000€, infatti, l’Iva è già inclusa, dunque non bisognerà aggiungere alcun tipo di costo al prezzo già indicato.

L’Iva esposta invece può facilmente essere compresa da chi è già in possesso di partita Iva, ovvero i liberi professionisti, gli imprenditori, gli artigiani oppure i commercianti. Per tutte queste figure professionali la dicitura Iva esposta starà ad indicare che nel caso in cui dovessero acquistare quel determinato oggetto avranno la possibilità di poter scaricare l’Iva e potranno dunque emettere regolare fattura in cui verrà segnalato sia il prezzo del bene acquistato sia l’importo dell’Iva che verrà applicata.

Iva esposta: alcuni esempi chiarificatori

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Un esempio di Iva Esposta si ha al momento dell’acquisto di un’auto per la propria azienda

Chi non possiede partita Iva oppure non è avvezzo a tali pratiche probabilmente avrà le idee piuttosto confuse riguardo al concetto di Iva esposta. Pertanto è opportuno fare dei dovuti esempi in modo tale che il tutto risulti più chiaro e semplice a chiunque.

Un esempio estremamente efficace per fare luce sulla questione riguarda la vendita di un’automobile usata. Nel caso in cui un commerciante che lavora per un’azienda ed è dotato di partita Iva abbia intenzione di acquistare tale macchina potrà usufruire del vantaggio di poter scaricare l’Iva da questo acquisto (solamente però se l’auto viene utilizzata per scopi professionali).

Un altro esempio è quello che prevede l’acquisto della macchina da parte di alcuni rappresentanti di materiali per l’edilizia, i quali decidono di acquistare quest’auto per potersi muovere liberamente nella zona assegnata loro dalla società.

Anche in questa situazione essi potranno scaricare l’Iva in base all’acquisto effettuato. Naturalmente è opportuno tenere a mente che i liberi professionisti o comunque tutti coloro i quali sono in possesso di una partita Iva ma che vogliono effettuare un acquisto privato, non avranno la possibilità di scaricare l’Iva sul bene acquistato in quanto non si tratterà di acquisto fatto per uso professionale ma per uso personale.

Pertanto l’Iva esposta è un concetto che riguarda solamente l’ambito lavorativo e non interessa invece i cittadini privati.

Attenzione all’Iva esposta e alle altre tipologie di Iva

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Le più comuni aliquote Iva sono del 4%, del 10% e del 22%

Quando si è alla ricerca di un affare vantaggioso molto spesso non si tiene conto del fatto che esso in realtà potrebbe essere tutt’altro che conveniente. Alle volte infatti, nei diversi annunci presenti in internet, un prezzo estremamente favorevole può essere accompagnato invece da diciture di cui pochi sono a conoscenza e che possono trarre in inganno.

Una di queste è, come già accennato, quella dell’Iva esposta.
Tuttavia oltre ad essa online è possibile anche trovare altre indicazioni come ad esempio quella dell’Iva deducibile, dell’Iva indeducibile e dell’Iva detraibile. Il cittadino privato dunque deve informarsi anche su tali diciture per non trovarsi a dover affrontare situazioni poco piacevoli.

  • Il primo caso è quello dell’Iva deducibile: quest’ultima non risulta essere molto chiara ma si può semplificare dicendo che si tratta di versare l’Iva generata tra la differenza di Iva a debito e Iva a credito (naturalmente soltanto se si possiede la partita Iva). In parole più semplici, chi ha una partita Iva e ad esempio vuole comprare un’automobile per la propria attività può detrarre l’Iva al 40%. Il 60% non detraibile invece diventa un costo deducibile per i redditi Irpef.
  • Il concetto di Iva indeducibile è pressoché lo stesso del precedente.
  • Quando si sente parlare di Iva detraibile bisogna tenere in considerazione che nel prezzo dell’oggetto che si intende acquistare non è compresa l’Iva.

Chiarire il concetto di Iva: che cos’è in sostanza l’Iva

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Nel grafico, l’aumento dell’Iva nei decenni, in Italia

Dopo aver spiegato brevemente che cosa intende per Iva esposta è però necessario fare alcuni sostanziali chiarimenti su ciò che concerne il concetto stesso di Iva, di cui molte persone spesso non sono a conoscenza.

Innanzitutto è opportuno ricordare che Iva rappresenta un acronimo e sta per imposta sul valore aggiunto. Si tratta dunque di un’imposta indiretta e indubbiamente la più importante presente al giorno d’oggi sul territorio italiano e quello europeo.

Lo scopo dell’Iva è quello di gravare sulla cessione di beni e servizi eseguita da un soggetto passivo come ad esempio può essere un libero professionista, un imprenditore, un artista e avviene sul territorio Statale.

L’iva inoltre è caratterizzata da una serie di aliquote, che sono essenzialmente tre:

  • la prima è quella più comune del 22%,
  • la seconda è del 10%
  • e la terza è del 4%.

La prima è l’aliquota ordinaria che caratterizza la maggioranza degli acquisti, mentre per le altre due si parla di aliquote ridotte e gravano su quei beni di prima necessità che hanno maggiore incidenza sul costo medio della vita (ad esempio i beni alimentari oppure le utenze domestiche).

Non tutti i beni e servizi però devono scontare l’Iva e sono dunque imponibili. Esistono infatti alcune tipologie di operazioni che non sono soggette all’Iva.

Esse sono le operazioni non imponibili, le operazioni esenti e le operazioni escluse.
Le prime sono quelle operazioni a cui può essere applicata l’imposta ma non devono scontarla, le seconde sono quelle operazioni che sono esentate dal tributo grazie alla propria utilità dal punto di vista sociale oppure perché devono già sottostare al atri tipi di tributi (sono un esempio i trasporti urbani, gli asili, i musei, le prestazioni sanitarie oppure quelle educative). L’ultimo caso invece riguarda quelle che vengono chiamate le operazioni escluse: si tratta in sostanza di operazioni che non presentano uno o tutti i requisiti necessari dell’Iva (ossia soggettivo, oggettivo, territoriale) e per tale ragione non sono soggetti a tale tributo.

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