Il Carmignac Patrimoine: uno sguardo al passato e uno al futuro

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Edouard Carmignac, fondatore del fondo

Quando, nel 1989, Edouard Carmignac e Rose Duahba crearono il fondo d’investimento Carmignac probabilmente avevano previsto che sarebbe servito loro molto tempo per rendere questo impegno degno di nota. Hanno dovuto attendere quasi dieci anni per permettere agli investitori di accorgersi del potenziale della loro strategia.

Era il 2008 e il Carmignac Patrimoine fu l’unico fondo a non risentire della crisi finanziaria che fece perdere agli investitori fino al 30% degli utili. Il fondo Carmignac protesse i capitali investiti con una perdita talmente minima da essere quasi irrisoria (circa lo 0,01%).

Alla base del successo del Carmignac ci sono tre strategie fondamentali:

• Performance di rendimento attive sul lungo termine
Strategie di Hedging (investimenti collaterali per ammortizzare il rischio di fallimenti) per evitare la svalutazione dei titoli
• Fondo diversificato su tre fonti d’azione: obbligazioni internazionali, azioni internazionali e valute.

Un fondo d’investimento prudente per eliminare i rischi

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La strategia di gestione del rischio sviluppata dal Carmignac Patrimoine

Nonostante l’oscillazione continua dei mercati mondiali, il Carmignac si è dimostrato un conto fluido e “sicuro”, ottimo per una strategia di tutela dei beni sul lungo periodo. La gestione creativa degli investimenti, con pacchetti di azioni molto vasti sul panorama internazionale, però, ha creato un’instabilità delle performance di rendita non indifferente, non alzando mai di troppo la soglia di guadagno.

Nel 2010, per esempio, il fondo ha toccato il suo minimo storico nel mese di Luglio. Risollevatosi a Dicembre è sceso di nuovo, dopo poco. In quel periodo il tasso di rendita fu appena sotto il 3%. Solo dal 2016 era stata prevista una ripresa concreta dei mercati, e così è stato.

2017, l’anno del Carmignac

Analizzando le quotazioni e le rendite dello scorso anno si nota chiaramente come si sia rivelata una strategia vincente la gestione indicizzata dei fondi. Allo stesso tempo, però, le previsioni rosee per i mercati hanno rivelato davvero eccessiva la troppa prudenza nella gestione dei rischi. A causa di questo si sono evitati dei guadagni quasi assicurati.

Il 2017 è stato comunque un grande anno per gli investitori del Carmignac, incoraggiati anche dalla condotta conciliante delle Banche Centrali.

Due sono gli elementi internazionali chiave che hanno influito sul buon umore dei mercati nell’ultimo anno, previsti in parte tra gli scenari socio politici influenti valutati dal team Carmignac già nel 2016:

      • La Brexit, che ha contribuito a cambiare l’assetto politico di mezza Europa, stravolgendo il mercato quasi stagnante degli ultimi anni;
      • L’elezione di Trump negli Stati Uniti che ha contribuito a creare una certa fiducia negli investitori e di euforia nei consumatori. La sua riforma fiscale si è mostrata davvero audace.

2018: nuove previsioni e nuove sfide

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Tutti gli occhi sono puntati sulle previsioni di Carmignac per il 2018

Nonostante le previsioni pessimistiche del mercato per questo nuovo anno, il team del Carmignac ha studiato dettagliate e interessanti previsioni riguardo le oscillazioni che il mercato andrà ad affrontare. I prossimi dodici mesi sfateranno o confermeranno tali previsioni.

Il troppo ottimismo per il 2018 però, basato sulla chiusura positiva dell’anno precedente, non convince il team Carmignac. La politica di prudenza persevera convinta della solita resa a lungo termine, caratteristica principe del fondo. Viste le aspettative di mercato continuerà con la sua strategia di prudenza per tutelare soprattutto i suoi finanziatori.

Il rischio delle previsioni annuali valutate da “Cassandra”

All’operazione di Carmignac Patrimoine sulle previsioni del mercato è stato simbolicamente dato l’epiteto di “Cassandra”. Dal 2016 se ne parla, durante le valutazioni, analizzando l’andamento del mercato azionario.

È impossibile non prendere come riferimento le prospettive socio – economiche internazionali, a fronte dei dati raccolti:

      • L’instabilità socio – politica europea e le prossime elezioni potrebbero avere un impatto ritardato sui mercati finanziari;
      • L’attesa svalutazione del dollaro, in America, avrà probabilmente un impatto negativo sui mercati europei che lo sostengono;
      • Sempre in America, in positivo, potrebbe aprirsi il mercato a favore di investimenti in azioni, obbligazioni e valute;
      • Potrebbe essere difficile approfittare della ripresa economica. I grandi gruppi di azionisti sembrano interessati al mercato azionario europeo, lasciando poco spazio agli investimenti indipendenti.

Le strategie di investimento del Carmignac Patrimoine per il 2018

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L’evoluzione dell’investimento e confronto con benchmark di 100€ investiti nel Carmignac Patrimoine

Per la Carmignac Patrimoine c’è un chiaro percorso strategico che verrà seguito per tutto il 2018.
Riguardo le quotazioni delle azioni, le valutazioni del mercato sono chiare, come anche le idee di investimento conseguenti. Per esempio:

      • I nuovi mercati giapponesi sono in rialzo, mentre quelli europei sono in calo per la svalutazione del dollaro;
      • Verranno sicuramente aperte delle posizioni verso gli interessanti ingrandimenti di Apple mentre è sicuro un investimento su Ryanair a fronte della volatilità del suo titolo.

Riguardo le obbligazioni, invece il piano di investimento è chiaramente rivolto a osservare con attenzione le contrazioni del premio per il rischio per alcune nazioni europee interessate dalle ultime elezioni (come Italia e Belgio). Inoltre verrà presa con interesse anche la possibilità di investire nei paesi periferici con titoli sovrani (+5% di interessi sul premio di rischio). Inoltre per la metà del 2018 è finalmente in conclusione il piano correttivo europeo, che dovrebbe garantire agli investimenti un ampio margine di respiro.

Conclusioni sul Carmignac Patrimoine

Dopo questa analisi dettagliata delle quotazioni e del rendimento del Carmignac Patrimoine, si può notare chiaramente la tendenza verso un molto attento sguardo d’insieme, poco generalizzato, internazionale e che valuta tutte le oscillazioni di mercato, senza però ignorare le importanti situazioni socio – economiche in cui versa la politica mondiale.

La causa principale di tanta accortezza nella gestione del fondo è proprio la coscienza di avere un ampio portafoglio di azioni dislocato nei mercati caldi internazionali. I pacchetti sono diversificati, e valutati sempre sulle basi di attente analisi nello spettro di tutte le caratteristiche che contribuiscono alle oscillazioni del mercato globale: la politica, le quotazioni monetarie, le aziende, gli Stati…

Nello scorso anno lo Carmignac ha sicuramente toccato un apice di affidabilità importantissimo, con un giudizio di quattro stelle su cinque assegnate dal Morning Star, con l’8% di investimenti sulle azioni di Paesi in via di sviluppo.

Diversi investitori, però, hanno dei dubbi riguardo le rendite del Carmignac in relazione alle sue commissioni. I costi di gestione si sono dimostrati alti (il 4% solo di costo solo per l’ingresso nel fondo, a fronte di un rendita che oscilla e tocca picchi in negativo anche del 3-4%). Questi dati non includono le eventuali commissioni di rendimento del 10% (commissione non applicata durante i bassi rendimenti registrati nel 2005).

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La gestione del rischio finanziario è la strategia per cui il Carmignac Patrimoine è diventato famoso

Un altro dato importante e non trascurabile è rappresentato dalla presenza di un ETF (Exchange Traded Funds) che ha minori spese di gestione ma un rendimento nettamente superiore, confrontando i dati degli ultimi anni.

Questo fondo parallelo investe su un portafoglio di azioni meno dicersificato ma più controllato, con un ragguardevole margine di rischio ma con una convenienza sulle rendite sul basso periodo che va in crescendo.

Dalla parte del Carmignac Patrimoine c’è la grande affluenza di finanziatori che ha portato il fondo a potersi permettere manovre sui pacchetti di azioni molto più vaste e inteessanti, competendo quindi con un mercato in continua espansione e sempre più competitivo.

Il Carmignac, infine, ha sicuramente dalla sua parte una potente strategia protezionista verso i beni nei portafogli dei suoi investitori. Garantisce così una crescita minima ma costante, conservando la qualitá e la classificazione positiva delle sue azioni.

Di contro i suoi rendimenti già non particolarmente alti non superano di molto le spese di gestione di un conto tanto diversificato. Una gestione così fluida ha un suo costo non indifferente ma garantisce un’attenzione e una tutela speciale per le proprie finanze.

Cosa riserva il futuro al fondo Carmignac

Affidandoci alle previsioni fatte da “Cassandra” per il 2018, gli investitori devono credere alla sua politica di rendita sul lungo periodo.

Tenendo conto delle analisi appena fatte oggettivamente le quotazioni del Carmignac si mantengono comunque affidabili mentre il reddito si dimostra sempre oscillante, con gli indici che possono scendere nei periodi negativi anche al 3%. In ogni caso il loro portafogli di azioni diversificate non può essere ignorato.

La scommessa per questo 2018 è mantenere la promessa delle previsioni effettuate nel 2017 e tenere lo Carmignac Patrimoine tra i migliori fondi d’investimento più affidabili disponibili sul mercato finanziario.

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