Che cos’è l’IRPEF

L’acronimo di IRPEF sta per Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche ma non tutti sanno definire concretamente questo tipo di tassa e conoscono il modo in cui si applica.

L’Irpef è entrata a far parte del sistema tributario italiano nel 1974. Si tratta di

un’imposta diretta confermata il 22 dicembre 1986 con un DPR e presente all’interno del TUIR (Testo Unico delle Imposte sui Redditi).

Come si calcola e chi è soggetto

Prima di esaminare cosa prevede la riforma degli scaglioni dell’Irpef e come saranno distribuite le aliquote nel corso del 2018 e le variazioni che subiranno a partire dal 2019, è opportuno chiarire alcuni punti:

  • è una tassazione dovuta dalle persone fisiche;
  • le società di capitali devono versare un’altra imposta detta IRES. L’Irpef viene eventualmente versata dai soci delle società qualora sussistano le necessarie condizioni;
  • coloro che hanno la residenza in Italia sono soggetti al pagamento dell’Irpef per tutti i redditi prodotti nel Paese;
  • dati alla mano, l’Irpef rappresenta 1/3 del gettito proveniente dalla riscossione dei tributi.

Quando ci si riferisce all’Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche si parla di una tipologia di tassa definita come progressiva. All’atto pratico, all’aumento degli introiti derivanti dal proprio lavoro è legato un accrescimento proporzionale dell’imposta da versare secondo degli scaglioni.

  • Un lavoratore che abbia un reddito pari a circa 20.000 euro, ad esempio, si troverà a dover versare in tasse circa il 17per cento dello stesso, considerando anche le varie detrazioni e deduzioni che può ottenere in fase di dichiarazione;
  • Se il reddito ammonta a circa 45.000 euro, lo scaglione di appartenenza cambia e l’aliquota arriva anche al 30per cento.

calcolo irpef

L’Irpef oggi, tra necessità di adeguamento e manovre economiche

Negli ultimi anni si è fatto un gran parlare della necessità di rivedere e correggere le percentuali su cui calcolare l’Irpef e i gradini che permettono il passaggio da una fascia all’altra.

Si tratta di una delle misure principali portate avanti con forza dal Governo presieduto dall’ex premier Matteo Renzi. Nonostante al tempo si auspicasse che questa riforma potesse venire applicata già nel 2017, sfortunatamente toccherà attendere il 2018 se non addirittura il 2019 perché la stessa veda la luce.

È questo il quadro che emerge dalle interviste rilasciate da coloro che stanno lavorando a queste riforme. Di certo sembra essere garantita una riduzione delle fasce di appartenenza che passerebbero da 5 a 3.

A queste misure dovrebbe legarsi finalmente anche l’abbassamento della percentuale dovuta di Irpef. Tali innovazioni dovrebbero venire inserite all’interno della prossima Legge di Bilancio.

Alla base di queste manovre da lungo tempo richieste e auspicate, ovviamente, c’è la volontà del Governo di portare avanti una riduzione progressiva ma costante delle tasse che gravano sulle imprese e sui normali cittadini.

Si tratta dell’unica misura in grado di consentire un aumento del PIL nazionale:

abbassando le aliquote relative alla tassazione si verrebbe a creare una spinta maggiore da parte delle imprese a promuovere innovazioni e a fare investimenti.

L’attuale Bilancio

La riforma degli scaglioni relativi all’Irpef non verrà realizzata nel 2018 ma nel 2019 per mancanza di fondi. Anche se nell’immediato futuro, probabilmente, non potremo usufruire di queste importanti agevolazioni, l’attuale Legge di Bilancio ha lasciato comunque numerosi spiragli.

  • La riduzione delle tasse ha interessato l’Ires dovuta dalle società di capitali: l’aliquota si è abbassata dal 27,5per cento al 24per cento per cercare di promuovere lo sviluppo delle imprese, vero motore dell’economia italiana;
  • Proseguono gli incentivi statali legati al super ammortamento, il cui scopo è quello di consentire alle imprese di rinnovare macchinari e strumentazioni al fine di aumentarne la produttività. Il costo di acquisto di determinati beni di natura strumentale vengono maggiorati del 130per cento (rispetto al 140 dello scorso anno) generando quote di ammortamento più vantaggiose;
  • È stata introdotta la nuova IRI, l’imposta sul reddito delle imprese;
  • Coloro che sono titolari di una Partita IVA e sono iscritti alla gestione separata (ma senza cassa) avranno un abbassamento dell’aliquota dovuta che arriverà in tal modo al 25,72per cento.

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Come si paga l’Irpef

L’Irpef si paga sul reddito conseguito l’anno precedente la dichiarazione: i titolari di Partita Iva e le imprese la versano dopo averla calcolata nella dichiarazione dei redditi o modello Unico. In breve, l’Unico 2017 presentato a giugno conteneva le informazioni relative alle imposte dovute dal contribuente per l’anno 2016.

Diversa è la questione per quanto concerne i lavoratori dipendenti e quelli definiti assimilati nonché per altre categorie come i pensionati: in questo caso, l’Irpef è calcolata alla fonte e viene versata tramite la busta paga e all’assegno pensionistico.

Per averne contezza, basta consultare la Certificazione Unica (ex Cud) che tutte queste categorie ricevono entro il febbraio successivo all’anno al quale si riferisce l’imposta. Alla voce ritenute Irpef è elencata la somma totale versata nelle casse statali.

Gli scaglioni dell’Irpef previsti per il 2018: tutte le aliquote

Gli scaglioni previsti dalla normativa vigente per l’anno 2018 rimarranno, come si è detto, divisi in 5 fasce differenti e bisognerà attendere il 2019 per riscontrare un accorpamento degli stessi e una diminuzione delle aliquote. Riassumendo, il prossimo anno i contribuenti dovranno versare l’imposta sul reddito delle persone fisiche seguendo questo schema:

  • aliquota pari al 23per cento: è quella relativa al primo scaglione in cui rientrano tutti coloro che, nel corso dell’anno, avranno prodotto redditi che vanno da 0 alla soglia dei 15.000 euro.
  • Aliquota pari al 28per cento: al secondo scaglione appartengono tutti coloro che risulteranno avere un reddito compreso tra 15.001 euro e 28.000.
  • Aliquota del 38per cento: se si è prodotto un reddito che va dai 28.001 euro ai 55.000 lo scaglione di appartenenza è il terzo.
  • Dai 55.001 euro ai 75.000 i contribuenti sono tenuti a versare un’Irpef pari al 41per cento dei redditi prodotti.
  • Il quinto e ultimo scalino è rappresentato da tutti coloro che nel corso dell’anno hanno prodotto un reddito che supera i 75.001 euro. In questo caso la percentuale su cui calcolare l’Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche ammonta al 43per cento.

Occorre evidenziare che l’aliquota più alta si paga solo ed esclusivamente sulla porzione di reddito che supera la fascia di appartenenza che la precede. Poniamo il caso che il titolare di una partita IVA abbia accumulato, nel corso dell’anno di imposta, un reddito pari a 21.000 euro: in questo caso la sua fascia di appartenenza è quella relativa al 2° scaglione dell’Irpef che prevede un’aliquota del 28per cento.

Ad essere tassati secondo questo principio non sono tutti i 21.000 euro ma solamente la parte eccedente dai primi 15.000. Il contribuente si ritroverà così a pagare le tasse con due percentuali Irpef.

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Uno sguardo agli scaglioni Irpef del 2019

Se, come è stato annunciato, dal gennaio 2019 ci ritroveremo a poter usufruire dei nuovi scaglioni Irpef adeguati con percentuali più basse, il nostro metro di riferimento dovrà essere il seguente:

  • aliquota del 27,5per cento: interesserà i redditi che arrivano alla soglia dei 15.000 euro;
  • aliquota del 31,5per cento: dovuta da coloro i cui redditi non superano i 28.000 euro;
  • aliquota del 42 o 43per cento: a farsene carico saranno coloro che percepiranno un reddito annuo che supera i 28.000 euro, senza alcuna distinzione.

La riduzione degli scaglioni da 5 a 3 porta senz’altro a una semplificazione nella tassazione e spinge le imprese a investire e produrre in maniera più consistente senza dover stare a pensare al problema relativo al superamento della fascia di appartenenza.

Occorre segnalare che la normativa che entrerà in vigore nel 2019 prevede l’esenzione totale dal pagamento dell’Irpef per coloro che non superano un reddito annuo complessivo pari a 8.000 euro. I contribuenti che rientreranno in questa specifica casistica non dovranno versare nulla.

Per maggiori dettagli www.irpef.info/irpef.html

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