Come  noto, il d. l. 4/2019 ha modificato parzialmente anche la pensione anticipata, che era stata introdotta dalla riforma Fornero. Brevemente, ricordiamo come in origine la pensione 2019 anticipata prevedeva una penalità per chi avesse il requisito contributivo ma chiedesse la pensione prima dei 62 anni: il taglio dell’importo era pari all’1% per i primi due anni di anticipo sull’età di 62 anni e al 2% per ogni anno ulteriore.

La legge di Bilancio 2017 aveva poi provveduto a eliminare qualsiasi penalizzazione, con la pensione anticipata che è poi stata oggetto di ulteriori interventi, in virtù dell’avvento degli adeguamenti alla speranza di vita, con cadenza biennale a partire da quest’anno.

Requisiti pensione anticipata

Parlando dei requisiti della pensione anticipata, questa presenta un gap che è attualmente fisso fra i due sessi. Di fatti, i lavoratori possono andare in pensione anticipata se rispettano il requisito dei 42 anni e 10 mesi di anzianità contributiva, mentre le lavoratrici (autonome, dipendenti pubbliche e private) possono andare in pensione con 41 anni e 10 mesi di anzianità contributiva. Rimane il sub-requisito di 35 anni di contribuzione effettiva, esclusi i contributi da disoccupazione e malattia.

Ebbene, dal 1° gennaio 2019 i requisiti dovevano registrare un incremento pari a 5 mesi a titolo di speranza di vita, portando così la pensione anticipata per le donne a 42 anni e tre mesi, e per gli uomini a 43 anni e tre mesi. In tale scenario, l’articolo 15 del Dl 4/2019 è intervenuto riportando in vigore il requisito scaduto alla fine del 2018 e dunque conservandolo come tale fino alla fine del 2026. Fino a tale data vengono pertanto neutralizzati gli incrementi che avrebbero determinato quattro aumenti del requisito contributivo fino a 42 anni e nove mesi per le lavoratrici e 43 anni e nove mesi per i lavoratori.

In virtù di tale beneficio, i contribuenti dovranno versare fino a 11 mesi in meno alla fine del 2026 rispetto a quanto originariamente prevedibile in base alla tabella di marcia della speranza di vita. Tutto bene, dunque?

Finestre pensione anticipata

In realtà, il beneficio di cui sopra è controbilanciato dal meccanismo delle finestre, che hanno un differente impatto a seconda che la pensione anticipata ricada su un lavoratore del settore privato o del settore pubblico.

In particolare, nell’ipotesi di un dipendente del settore privato, la finestra trimestrale farà scattare la prima decorrenza utile all’inizio del mese successivo del trimestre. Per i pubblici dipendenti, invece, il pensionamento scatterà 3 mesi dopo l’esaurimento della finestra.

Regime transitorio pensione anticipata

Dalla lettura della norma non sfugge poi che il decreto disponga una norma transitoria che prevede che gli assicurati che hanno raggiunto i contributi necessari dal 1° gennaio al 29 gennaio, possono percepire la pensione non prima dell’aprile.

Un’eccezione è rappresentata dal comparto scuola e Afam, con la normativa che mantiene le disposizioni speciali di settore. La riforma non tocca nemmeno la c.d. pensione anticipata alternativa, per i soggetti il cui primo accredito contributivo decorre dal 1° gennaio 1996.

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